Pillola di ultima generazione: Il rischio del drospirenone
In Italia, l’utilizzo di questi contraccettivi rappresenta il 35% dei contraccettivi orali (un giro attuale d’affari di 80 milioni di eruro) e il settore risulterà essere in crescita grazie alla prossima messa in vendita degli stessi contraccettivi no-branded, quindi ad un costo inferiore.
Varie ricerche mettono in evidenza come le donne italiane non siano in generale grandi utilizzatrici della pillola, anche se nel 2012 si è registrato un incremento di vendite del 20%. Questo dato di crescita legato alla messa in commercio del farmaco generico (e la concomitante crisi economica) potrebbero portare ad un ulteriore incremento delle vendite nei prossimi anni.
Ma chi preferisce la pillola? In primis le ragazze più giovani preferiscono la pillola generica (46%) mentre le donne adulte sono più restie (38%). Ovviamente, come facilmente comprensibile il fattore economico gioca un ruolo importante specie nelle giovani generazioni.
Non tutte però sono consapevoli dei rischi che l’assunzione può provocare.
Le pillole a base di drospirenone triplicano il pericolo di embolia rispetto ad altri prodotti a base di altri progestinici. A tal riguardo, Lidia Rota (ematologa presso l’Istituto clinico Humanitas di Milano e presidente della ALT, l’Associazione lotta alla trombosi) afferma: “le pillole di ultima generazione uscite in questi dieci anni hanno un maggior rischio di trombosi rispetto a quelle vecchie e in alcune donne particolarmente predisposte potrebbero scatenare un rischio di trombosi. Ma non é un buon motivo per sconsigliare tout court a tutte le donne la pillola, che può essere assunta per ragioni curative o contraccettive. Ci sono altri fattori che aumentano il rischio di trombosi, come la gravidanza, il periodo post-parto e l’interruzione volontaria di gravidanza”.
Quindi l’utilizzo della pillola di ultima generazione è sconsigliata:
- per le donne nelle cui famiglie padri, madri e fratelli abbiano avuto flebiti, infarti, ictus, embolie, angine e problemi alle coronarie in età relativamente giovane, tra i 40 e 50 anni. Questi fattori comporterebbero una fragilità genetica.
- le donne che hanno già avuto episodi di trombosi
- chi è in sovrappeso, chi fuma, ha grasso addominale, non fa attività fisica o ha le vene un po’ dilatate sulle cosce
Ma i ginecologi italiani come si comportano? La prescrizione della pillola può essere fatta solo previa prescrizione di analisi del sangue, anche se non è previsto dalla OMS (l’Organizzazione mondiale della sanità). Infatti, secondo l’organizzazione il rischio trombo-embolico non va testato, poiché il rapporto rischi/benefici è sfavorevole: in poche parole, gli esami genetici sono molto costosi e non vi è garanzia assoluta di identificare tutte le donne a rischio.
Conclusione: non vi è una regolamentazione precisa che possa aiutare i medici. Non vi sembra un po’ poco visto che si parla di vite umane?!?
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