Contraccettivi ormonali più leggeri
Quando divennero disponibili contraccettivi orali più leggeri, si sperò che avrebbero creato meno disturbi di coagulazione, ma ciò si rivelò solo un pio desiderio.
Il Dr. Christopher Tietze, l’esperto statistico del Population Council affermò: “non esiste prova che le donne che usano contraccettivi a dosaggio più basso abbiamo meno coaguli sanguigni delle donne che prendono dosi più alte“. Ricercatori sul cervello hanno fornito prove evidenti che supportano tale conclusione.
Una squadra di ricercatori del Whittington Hospital di Manchester ha messo a confronto due gruppi di donne, uno dei quali prendeva un contraccettivo orale che conteneva una doppia dose di ormoni rispetto a quelli presi dal secondo gruppo. I ricercatori hanno riportato nel British Medical Journal che, dopo tre mesi, in entrambi i gruppi si erano rilevati gli stessi aumenti significativi nei fattori dei coaguli di sangue. “I cambiamenti nella coagulazione non sembrano dipendere dal dosaggio”, hanno concluso.
Un riesame di molti studi internazionali sulla pillola nel 1980 ha dato i seguenti risultati: chi usava la pillola aveva da 1,5 a 11 volte maggior rischio di embolia, da una a 14 volte maggior rischio di infarto e da due a 26 volte maggior rischio di ictus, dovuto sia a trombosi in un’arteria cerebrale che ad emorragia nelle membrane che circondano il cervello.
Con le nuove generazioni di progestinici che si stavano sviluppando, si sperava che alla fine si sarebbe potuto offrire un tipo di pillola più sicuro.
Nell’ottobre 1995, il Comitato Britannico per la Sicurezza delle Medicine ha raccomandato che le donne dovrebbero cambiare le pillole le cui formule contengono progestinici di terza generazione (gestodene e desogestrel) perché è stato dimostrato che questi progestinici raddoppiano il rischio di coaguli di sangue non mortali.
Il Sun Herald di Sydney ha pubblicato questa notizia il 22 Ottobre 1995: “Gli avvertimenti che le pillole anticoncezionali a basso dosaggio raddoppiano il rischio che le donne sviluppino coaguli di sangue potenzialmente mortali, ha causato panico in tutto il mondo. L’obiettivo principale di questi avvertimenti concerneva le versioni più nuove della pillola, Fermoden, Trioden, Minulet, TriMinulet e Marvelon, le quali contenevano tutte sia gestodene che desogestrel“.
Quello che può essere sfuggito nel corso della divulgazione da parte dei media, era il punto importante che il raddoppio di rischio di cui si parlava era in effetti il raddoppio del rischio di tre/quattro volte già esistente, collegato all’uso della pillola contenente progestinico di seconda generazione comunemente usata.
La pillola a basso dosaggio, di terza generazione, potrebbe aumentare per le donne il rischio di coaguli sanguigni da sei ad otto volte, se lo si paragona al rischio di una donna che non ha mai usato la pillola. Alcune ricerche danno cifre ancora più alte, con la possibilità di tromboembolie, per le donne che usano la pillola, undici volte superiore rispetto a quelle che non ne fanno uso.
“La pillola è molto più sicura oggi di quanto non fosse nei primi anni ’60, quando conteneva una quantità di estrogeno quasi quattro volte e progestina circa dieci volte superiore a quella di oggi” si è vantato il Dr. William C. Andrews, Presidente dell’American College of Obstetrics and Gynecology (ACOG).
Tuttavia, nell’epoca pericolosa degli alti dosaggi, l’ACOG difendeva con furore la sicurezza della pillola.
Anche se queste pillole di terza generazione contengono un livello più basso di estrogeno e progestinici, ciò non significa che esse siano in alcun modo più sicure. I problemi non sono ancora stati superati e i coaguli di sangue sono ancora una delle maggiori preoccupazioni.
Il rischio di coaguli nelle vene profonde e di embolie polmonari (un tempo una delle cause principali di morte dovuta alla pillola), è aumentato almeno di sette volte con la prima pillola ma, come il livello di estrogeno è stato ridotto da 150 microgrammi, così sì è ridotta la frequenza dei coaguli. A 50 microgrammi, il rischio di coaguli è ‘semplicemente’ raddoppiato. Oggi, se una donna prende una pillola con meno di 35 microgrammi di estrogeno, il rischio che corre è solo poco più alto di quello che si rischia in genere.
Mentre esiste ora la possibilità di controllare gli ‘eventi avversi’ che si verificano al di sotto della cintola, cioè i coaguli nella vena profonda, non si può dire lo stesso delle complicazioni arteriose al di sopra della cintola, quali gli infarti e gli ictus, che rimangono elevati di circa quattro volte nel periodo in cui una donna prende la pillola.
Secondo studi effettuati dal Royal College of General Practitioners in Inghilterra, i rischi perduravano per circa sette anni dopo aver interrotto l’assunzione della pillola. Il 5% delle donne che usano la pillola per cinque anni sviluppano anche un’alta pressione sanguigna.
La pillola e lo Zinco
Prendere la pillola causa inappropriati cambiamenti nel livello di elementi nutritivi essenziali per il corpo. In alcuni casi, abbassa notevolmente i livelli di vitamine e minerali importanti, mentre in altri casi li alza. L’alterazione della disponibilità e dell’uso di questi ingredienti vitali porta gravi squilibri nell’organismo, con possibili gravi conseguenze.
Uno dei minerali più importanti per il corpo è lo zinco. Lo zinco è indispensabile per la crescita e la divisione delle cellule, per lo sviluppo ed il funzionamento del cervello e per il funzionamento regolare di ogni singola cellula. Sfortunatamente, i livelli dello zinco sono influenzati alla base dagli ormoni.
Secondo il Dr. Ellen Grant, un medico coinvolto nella ricerca degli effetti dannosi degli ormoni sintetici, “La mancanza di zinco colpisce quasi tutte le mie pazienti che hanno preso ormoni, comprendendo a volte anche quelle che stanno già prendendo integratori, se anche il loro assorbimento è sbilanciato.”
Negli stati di carenza di zinco, la fabbricazione di sperma, l’ovulazione e la produzione di ormoni sessuali possono essere pregiudicate, con conseguenze sul desiderio sessuale e sulla fertilità. Prendere degli ormoni extra può aumentare tali mancanze. Sia i livelli di zinco nel sangue che quelli cellulari vengono ridotti dall’estrogeno e dai progestinici. La pillola tende anche ad aumentare i livelli del rame. Viene riconosciuto che poco zinco e molto rame possono causare non solo turbe mentali e, nei casi estremi, schizofrenia, ma anche cambiamenti di umore ed irritabilità.
Oltre al ruolo esercitato dallo zinco nell’assicurare la fertilità e la salute ormonale, esso è essenziale per lo sviluppo cerebrale del feto. Dato che carenze di vitamine e minerali possono verificarsi nelle donne non solo quando prendono la pillola, ma anche per lungo tempo dopo, il sano sviluppo di un feto che cresce può essere compromesso. Una quantità sufficiente di zinco è importante in modo particolare nei primi mesi di gravidanza, altrimenti il bambino potrebbe avere delle deformità congenite.
Sebbene la mini-pillola, o pillola con soli progestinici, non sopprime l’ovulazione, causa modifiche al rivestimento dell’utero ed al muco cervicale, che interferiscono anche col passaggio dell’ovulo nelle tube di Falloppio, aumentando così il rischio di gravidanze extra uterine. La minipillola viene anche prescritta per le madri che allattano, ma è stato dimostrato che le sue progestine non solo possono passare nel latte materno, ma anche impoverire gravemente gli elementi nutritivi del latte. Si sa che questi ormoni agiscono sull’ipotalamo, e possono mascolinizzare una bambina e contribuire all’itterizia neonatale.